Dopo
tanto tempo, qualcosa ha attirato la mia attenzione.
Il
papa si è dimesso.
Benedetto
XVI (o decimo sesto che fa un sacco più figo) ha tranquillamente scelto di non
essere ulteriormente il sommo pontefice, nonché primo vescovo della
cristianità, erede di Pietro e capo di stato della Città del Vaticano.
Ora,
premesso che a me frega il giusto del papa, questa faccenda crea un pericoloso
precedente: mai, a memoria d’uomo, un pontefice aveva deciso spontaneamente di
rinunciare al suo ruolo. Esistono casi di abbandono nella storia, per minaccia
o a scopo di lucro, ma nessuno ha preso e se l’è squagliata.
È
inutile che storcete il naso: ripeto e ribadisco che se l’è filata all’inglese.
Tutti
a dire “ah, ma che coraggio!”, “ah ma quant’è stato bravo!”, “nonostante tutto
ci mancherà!” e via elencando.
Non
sono d’accordo.
Per
quanto mi riguarda, è stato un gesto molto vigliacco.
È
troppo facile, come se Cristo (che mi risulta essere onnipotente) avesse deciso
di scendere dalla croce e andarsene fresco fresco, magari al piccolo trotto
sull’acqua così nessuno lo poteva neanche redarguire.
Il
primo apostolo di Gesù lo tradì ma in seguito si fece crocifiggere a testa in
giù, per marcare la differenza con il suo maestro.
Questo
è coraggio e umiltà.
Da
adesso in poi, chiunque verrà dopo Benedetto potrà, se le cose non andassero
come dice lui, rassegnare le dimissioni e diventare “papa emerito”, adducendo
magari la motivazione che Dio lo vuole da un’altra parte. Non male, per una
carica che deriva, in ultima analisi, da un potere sovrannaturale.
Sono
fieramente ateo ma cerco di mettermi nei panni di un cattolico e allora mi
chiedo: se Dio ti ha voluto papa (perché così è), se il Padreterno ti ha scelto
per un incarico di tale importanza allora dovrebbe darti la forza e la tenacia
per servire Lui e tutti i fedeli, finché non ti richiamerà nel mondo dei più.
Cosa
rimane dunque delle fantomatiche radici cristiane dell’Europa tanto sbandierate
tanto da destra quanto da sinistra?
Le
intromissioni del clero nella vita pubblica potevano essere giustificate come
volontà di Dio ma adesso che il loro rappresentante principale non è dissimile
da un semplice amministratore delegato, come possono ancora permettersi di
disquisire su qualunque argomento (politica, economia, welfare ecc…) e sperare
di essere presi sul serio?
Eppure,
come appare ben chiaro, lo fanno. E continueranno a farlo, imperterriti e
vanesi come al solito.
Inoltre
non è importante nemmeno il motivo della diserzione di Joe Ratzi:
aver
ricevuto tonnellate di satira da Twitter, scoprire che lo I.O.R. ricicla denaro
sporco o che i vari arcivescovi o super-preti quali O’Brien molestano ragazzini
e seminaristi. Non è abbastanza, non è sufficiente.
Il
dovere di chi professa la fede cristiana è rimanere e portare la parola di
amore e compassione di un falegname che si è fatto scorticare vivo pur di non
retrocedere.
I
topi sono i primi a fuggire quando la nave affonda, il capitano si inabissa con
la sua nave dopo aver messo tutti (o quantomeno il maggior numero possibile) in
salvo.
Qui
non si parla di una storiella da poco, non è un barzelletta da osteria. Qui c’è
da avere paura, per chi ha fede.
Perché
c’è qualcosa che non va se il comandante dice di andare a fare un pisolino e
poi si scopre che se l’è data a gambe.
Sapete
chi mi ricorda?
Un
tizio di cui ora mi sfugge il nome, che però è famosissimo per una frase, una
sola frase pronunciata un paio di millenni fa.
Ma
sì, avete capito!
È
quello che davanti al Nazareno disse che se ne lavava le mani, che non voleva
saperne proprio nulla della sorte di quell’uomo, che se la vedessero i Romani o
chi per loro.
Il
resto è solo storia.
Zetton, Il Mostro Spaziale