venerdì 8 marzo 2013

Mi ricorda...



Dopo tanto tempo, qualcosa ha attirato la mia attenzione.
Il papa si è dimesso.
Benedetto XVI (o decimo sesto che fa un sacco più figo) ha tranquillamente scelto di non essere ulteriormente il sommo pontefice, nonché primo vescovo della cristianità, erede di Pietro e capo di stato della Città del Vaticano.
Ora, premesso che a me frega il giusto del papa, questa faccenda crea un pericoloso precedente: mai, a memoria d’uomo, un pontefice aveva deciso spontaneamente di rinunciare al suo ruolo. Esistono casi di abbandono nella storia, per minaccia o a scopo di lucro, ma nessuno ha preso e se l’è squagliata.
È inutile che storcete il naso: ripeto e ribadisco che se l’è filata all’inglese.
Tutti a dire “ah, ma che coraggio!”, “ah ma quant’è stato bravo!”, “nonostante tutto ci mancherà!” e via elencando.
Non sono d’accordo.
Per quanto mi riguarda, è stato un gesto molto vigliacco.
È troppo facile, come se Cristo (che mi risulta essere onnipotente) avesse deciso di scendere dalla croce e andarsene fresco fresco, magari al piccolo trotto sull’acqua così nessuno lo poteva neanche redarguire.
Il primo apostolo di Gesù lo tradì ma in seguito si fece crocifiggere a testa in giù, per marcare la differenza con il suo maestro.
Questo è coraggio e umiltà.
Da adesso in poi, chiunque verrà dopo Benedetto potrà, se le cose non andassero come dice lui, rassegnare le dimissioni e diventare “papa emerito”, adducendo magari la motivazione che Dio lo vuole da un’altra parte. Non male, per una carica che deriva, in ultima analisi, da un potere sovrannaturale.
Sono fieramente ateo ma cerco di mettermi nei panni di un cattolico e allora mi chiedo: se Dio ti ha voluto papa (perché così è), se il Padreterno ti ha scelto per un incarico di tale importanza allora dovrebbe darti la forza e la tenacia per servire Lui e tutti i fedeli, finché non ti richiamerà nel mondo dei più.
Cosa rimane dunque delle fantomatiche radici cristiane dell’Europa tanto sbandierate tanto da destra quanto da sinistra?
Le intromissioni del clero nella vita pubblica potevano essere giustificate come volontà di Dio ma adesso che il loro rappresentante principale non è dissimile da un semplice amministratore delegato, come possono ancora permettersi di disquisire su qualunque argomento (politica, economia, welfare ecc…) e sperare di essere presi sul serio?
Eppure, come appare ben chiaro, lo fanno. E continueranno a farlo, imperterriti e vanesi come al solito.
Inoltre non è importante nemmeno il motivo della diserzione di Joe Ratzi:
aver ricevuto tonnellate di satira da Twitter, scoprire che lo I.O.R. ricicla denaro sporco o che i vari arcivescovi o super-preti quali O’Brien molestano ragazzini e seminaristi. Non è abbastanza, non è sufficiente.
Il dovere di chi professa la fede cristiana è rimanere e portare la parola di amore e compassione di un falegname che si è fatto scorticare vivo pur di non retrocedere.
I topi sono i primi a fuggire quando la nave affonda, il capitano si inabissa con la sua nave dopo aver messo tutti (o quantomeno il maggior numero possibile) in salvo.
Qui non si parla di una storiella da poco, non è un barzelletta da osteria. Qui c’è da avere paura, per chi ha fede.
Perché c’è qualcosa che non va se il comandante dice di andare a fare un pisolino e poi si scopre che se l’è data a gambe.
Sapete chi mi ricorda?
Un tizio di cui ora mi sfugge il nome, che però è famosissimo per una frase, una sola frase pronunciata un paio di millenni fa.
Ma sì, avete capito!
È quello che davanti al Nazareno disse che se ne lavava le mani, che non voleva saperne proprio nulla della sorte di quell’uomo, che se la vedessero i Romani o chi per loro.
Il resto è solo storia.

Zetton, Il Mostro Spaziale

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